Panorama Assicurativo Ania

Sostenibilità finanziaria

ASPETTATIVE DI VITA E SISTEMI PENSIONISTICI: CHI PAGHERÀ IL CONTO?

E. Whitehouse


Organisation for Economic Co-operation and Development
www.oecd.org



Lo studio dell’OCSE, il primo di una serie sui sistemi previdenziali, è relativo all’incertezza nella determinazione delle future aspettative di vita e alle sue conseguenze sui sistemi pensionistici pubblici. La domanda alla quale intende rispondere l’organizzazione di Parigi è: “Chi, tra gli attori coinvolti (governi, lavoratori, fornitori di servizi finanziari) dovrà sostenere i costi di un più che probabile allungamento delle aspettative di vita?”

Tredici paesi, sui trenta dell’OCSE, hanno introdotto negli ultimi anni un meccanismo di adeguamento automatico delle pensioni alle aspettative di vita (si tratta di: Australia, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Italia, Messico, Norvegia, Polonia, Portogallo, Repubblica Slovacca, Svezia e Ungheria). Per questi paesi, in misura più o meno rilevante, gli effetti delle variazioni delle aspettative di vita sono a carico dei lavoratori.

Per gli altri 17 paesi OCSE i rischi connessi al miglioramento delle aspettative di vita rimangono a carico dei pension providers, cioè dello Stato. Molti di questi paesi, sottolinea l’OCSE, hanno però già previsto tagli alle pensioni future e/o modifiche nelle regole di pensionamento, con l’obiettivo di gestire i futuri deficit del sistema previdenziale. Inoltre, non tutti questi 17 paesi hanno la reale necessità di introdurre un meccanismo automatico di adeguamento delle pensioni alle aspettative di vita. Stati Uniti, Gran Bretagna, Giappone e Canada, infatti, hanno una previdenza pubblica di dimensioni relativamente ridotte e, di conseguenza, gli eventuali vantaggi di una riforma in tal senso sarebbero limitati.

Lo studio si basa su proiezioni a 50 anni relative alle aspettative di vita, considerando come scenario più probabile per i paesi OCSE una previsione di aumento delle aspettative di vita (a 65 anni) di 3,4 anni per gli uomini e di 3,5 anni per le donne.