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RC AUTO: EVIDENZE SUL POSSIBILE USO DEI DATI TRATTI DALLA “SCATOLA NERA”

L. Filipova


University of Augsburg
www.wiwi.uni-augsburg.de



Questo studio prende in esame il problema dei comportamenti speculativi dell’assicurato (moral hazard) in un contesto di mercati assicurativi perfettamente concorrenziali.

Il moral hazard è il rischio a cui è esposta la compagnia assicurativa a seguito di comportamenti poco prudenti dell’assicurato, comportamenti derivanti dal fatto che l’assicurato sa che altri risponderanno dei danni da lui provocati. Tale atteggiamento si tramuta in maggiori prestazioni in capo alla compagnia stessa.

Il moral hazard è alimentato da una limitata disponibilità di informazioni da parte della compagnia relativamente al comportamento dell’assicurato.

Il gap informativo può essere colmato, in tutto o in parte, con il ricorso a nuove tecnologie che permettano di monitorare il comportamento dell’assicurato. È il caso, ad esempio, dei sistemi di monitoraggio a distanza sperimentati da alcune compagnie americane ed europee nell’ambito dell’assicurazione auto.

Questo studio prende in esame l’efficacia di tali sistemi di contrasto al moral hazard, confrontando due tipologie di polizze che prevedono il monitoraggio dello stile di guida dell’assicurato attraverso l’installazione in auto di sistemi assimilabili a scatole nere.

La prima tipologia di polizza si caratterizza per la presa in esame dei dati tratti dalla scatola nera solo in caso di sinistro. In questo caso i dati ottenuti sono utilizzati sono per definire l’entità della prestazione a carico della compagnia.
La seconda tipologia prevede l’utilizzo dei dati senza alcuna restrizione. Sono così utilizzati i dati tratti da ogni istante della guida dell’assicurato, che vengono impiegati sia nella quantificazione delle prestazioni a carico della compagnia sia nella determinazione del premio a carico dell’assicurato.

Nelle analisi condotte è preso in considerazione anche il costo del monitoraggio in termini di privacy, ossia di riservatezza a cui deve rinunciare l’assicurato.

Secondo l’autrice, se l’assicurato non percepisce come costo la privazione della propria riservatezza, la polizza che monitora ogni istante della guida dell’assicurato è la più efficace nel contrasto al moral hazard. Con essa infatti, la compagnia massimizza le informazioni disponibili a fronte di un assicurato che, non percependo come costo la privazione di riservatezza, tende a non modificare il proprio comportamento al volante in presenza di una scatola nera.

Nel caso opposto, invece, egli tenderà a ridurre al minimo la perdita di privacy. Visto che il monitoraggio dei dati relativi al suo stile di guida avviene solo in caso di sinistro, l’assicurato avrà più cura a limitare l’esposizione a tale rischio, proprio per non subire un maggior costo in termini di riduzione della propria privacy. Pertanto, i migliori risultati del contrasto al moral hazard si ottengono con la prima tipologia di polizza.