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🇪🇺 Direttiva madre-figlia

LA COMMISSIONE EUROPEA HA INTRAPRESO UN PROCEDIMENTO D'INFRAZIONE CONTRO LA SPAGNA PER MANCANZA DI DISCREZIONALITÀ


Commissione Europea
http://www.europa.eu.int/comm/index_it.htm


Lo scorso 5 luglio la Commissione Europea nella persona del suo Commissario alla fiscalità e all’unione doganale, László Kovács, ha inviato alla Spagna una domanda formale, con la quale ha richiesto di modificare la legislazione nazionale in materia di fiscalità diretta, che risulta essere contraria alla Direttiva madre-figlia (90/435/CEE).

L’art.5 della Direttiva madre-figlia obbliga gli Stati membri UE ad esonerare dalla ritenuta alla fonte i dividendi distribuiti da una filiale alla società madre situata in un altro Stato membro.

Secondo giurisprudenza costante, tutte le misure antifrode che limitano le libertà previste dal Trattato CE devono essere combattute, in quanto, secondo il Commissario Kovács, la Corte di Giustizia ha sempre rifiutato di accettare le misure fiscali, applicate dagli Stati membri, che presumono automaticamente l’esistenza di irregolarità, senza un preventivo esame caso per caso.

Nel caso in esame la Commissione è intervenuta perché la legislazione spagnola prevede l’applicazione di una ritenuta alla fonte sui dividendi distribuiti da una filiale spagnola ad una società madre situata in un altro Stato membro, quando quest’ultima appartiene ad una società di un Paese terzo non UE, anche se questa società madre soddisfa i requisiti previsti dalla Direttiva madre-figlia.

L’articolo 1 della Direttiva, però, accorda agli Stati membri una certa discrezionalità nell’applicazione delle disposizioni nazionali o convenzionali in materia di lotta contro gli abusi, in deroga alle regole dettate dalla Direttiva. Per la Commissione tali misure devono essere proporzionali all’obiettivo da perseguire.

La Commissione Europea ritiene che le disposizioni spagnole non recepiscano le indicazioni della Direttiva proprio in merito all’applicazione della sopra richiamata discrezionalità, presumendo automaticamente l’esistenza di irregolarità, senza un preventivo esame caso per caso, per verificare l’eventuale presenza di pratiche fraudolente.

Si allega il testo della Direttiva
90/435/CEE