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🇪🇺 Diritti previdenziali

REGIMI PENSIONISTICI PROFESSIONALI: PORTABILITÀ DEI DIRITTI PENSIONISTICI


Commissione Europea
http://www.europa.eu.int/comm/index_it.htm



Lo scorso 20 ottobre il Commissario europeo incaricato per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità, Vladimir Špidla, ha sottolineato che con la proposta di Direttiva relativa alla portabilità dei diritti pensionistici i lavoratori europei non dovranno più temere la perdita dei loro diritti pensionistici in caso di cambio di occupazione o di nazione di lavoro, favorendo così le forme di flessibilità e l’efficienza del mercato del lavoro comunitario.

Tale proposta di Direttiva si muove parallelamente al rinnovato interesse a livello comunitario per le pensioni complementari, giustificato dal fatto che in molti Paesi europei è in corso un processo di riforma del sistema pensionistico a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.

Inoltre, come affermato dal Commissario, tale proposta precede un’altra importante scadenza per l’Unione Europea, il 2006 definito l’anno europeo per la mobilità dei lavoratori, ed è sostanzialmente per questo che Špidla ha più volte affermato che se si vuole promuovere e favorire la mobilità e la flessibilità dei lavoratori, non bisogna penalizzarli se cambiano lavoro e soprattutto che i diritti pensionistici devono potere seguire i lavoratori nei loro spostamenti.

La proposta tende a migliorare l’informazione fornita ai lavoratori sulle conseguenze della mobilità sui diritti a pensione complementare.

Il Commissario ha affermato che dal momento in cui tale Direttiva entrerà in vigore si procederà ad un controllo periodico per verificare come le sue disposizioni verranno applicate; ad un diverso controllo saranno assoggettati quegli Stati membri che avranno fatto ricorso alla facoltà loro accordata di esentare per dieci anni i regimi pensionistici che si appoggiano al bilancio e ai fondi di sostegno, situazione molto frequente in Germania.

La possibilità di ricorrere a tale esenzione permetterà di evitare che la trasferibilità dei lavoratori determini delle difficoltà finanziarie per certi regimi professionali permettendo al contempo a questi ultimi di adattarsi più facilmente alle accresciute esigenze di mobilità che caratterizzano oggi il mercato del lavoro.