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🇪🇺 Mercato finanziario

FONDI PENSIONE E PATRIMONIO GESTITO: STATO DELL’ARTE DELLE DIRETTIVE


Commissione Europea
http://www.europa.eu.int/comm/index_it.htm



Lo scorso 22 settembre il Commissario europeo al Mercato interno e ai servizi finanziari, Charlie McCreevy, in occasione della Conferenza annuale organizzata dall’Associazione Irlandese sui Fondi Pensione ha fatto il punto della situazione sullo stato di implementazione all’interno dell’UE della Direttiva sui Fondi Pensione e più in generale dello stato di avanzamento delle misure prese a livello comunitario in materia di Piano di Azione sui Servizi finanziari (PASF) negli ultimi 5 anni.

Per McCreevy il problema pensioni è già oggi una bomba pronta ad esplodere in Europa già a partire dal 2010 quando inizierà ad andare in pensione la generazione dei baby-boomers. Tutto ciò costituisce un enorme “fardello” finanziario per tutti gli Stati europei che con l’allungamento della speranza di vita, la riduzione delle nascite e l’aumento dei tassi di dipendenza saranno caratterizzati da un minor numero di lavoratori che si troveranno a finanziare le pensioni.

Secondo McCreevy l’Unione Europea può solo stabilire le linee guida delle scelte che a livello paese poi ciascun Stato membro deve prendere in materia di riforma del sistema previdenziale di base con l’introduzione di una sistema di previdenza complementare.

Facendo riferimento proprio all’ultimo aspetto, McCreevy ha evidenziato come la direttiva sui Fondi Pensione abbia come prioritario obiettivo quello di creare un Mercato interno dei fondi pensione occupazionali a livello europeo. Per la realizzazione di ciò gli Stati membri devono procedere all’implementazione nel loro diritto interno della Direttiva.

Ad oggi solo nove Stati hanno notificato alla Commissione le misure di implementazione, ciò implica che ancora sedici Stati devono farlo e sono in grave ritardo sebbene abbiano avuto due anni di tempo per recepirla, anche se il Commissario ritiene che da qui alla fine dell’anno il numero salirà a venti. In ogni caso, la Commissione si impegnerà affinché tutti gli Stati la recepiscano per i potenziali benefici che ne deriverebbero.

Meritano particolare attenzione alcuni elementi di novità introdotti dalla Direttiva quale ad esempio il principio della persona prudente in base al quale il fondo pensione deve investire nell’interesse dei suoi aderenti e pensionati al fine di assicurare la sicurezza, qualità, liquidità e profittabilità del portafoglio.

Si introduce in sostanza un criterio qualitativo prudenziale senza imporre obblighi o vincoli tassativi agli investimenti dei fondi pensione. Ciò implica la rimozione dei divieti di investimento in capitale di rischio, che diventa così una delle possibili allocazioni per un aderente ai fondi pensione con un lungo orizzonte temporale.

Infatti, rispetto ad un assicuratore vita o ad un altro investitore istituzionale i fondi pensione hanno un lungo orizzonte in termini di investimento, che può arrivare fino a 20-30 anni.

I soli limiti quantitativi, lasciati in vigore dalla Direttiva, riguardano la diversificazione per il contenimento del rischio.

Altri elementi importanti sono rappresentati dal tema della liberalizzazione dei servizi di gestione e di custodia all’interno dell’area comunitaria e da quello dell’affiliazione transfrontaliera.

Quanto al primo aspetto, il coordinamento delle norme prudenziali appare sufficiente ad eliminare ogni ostacolo. La realizzazione del secondo aspetto solleva, invece, maggiori problemi in quanto richiede anche il coordinamento dei regimi impositivi nazionali e un qualche meccanismo di cooperazione e di notificazione tra le Autorità di Vigilanza.

Il Commissario McCreevy ha altresì ricordato come il lavoro della Commissione non si concluda con la Direttiva sui Fondi Pensione occupazionali. È infatti dello scorso luglio l’adozione del Libro Verde che analizza la struttura europea degli Organismi di investimento collettivo a capitale variabile. Oggi questi fondi gestiscono circa 4,3 mila miliardi di euro di patrimonio gestito. In molti Stati membri i fondi di investimento e gli altri strumenti di risparmio privato rappresentano i principali complementi alla pensione pubblica ed è quindi importante rimuovere tutti gli ostacoli che possano frapporsi allo sviluppo di questo importante settore con notevoli risparmi in termini di costo attraverso le economie di scala derivanti dallo sviluppo di un mercato integrato.

Le fusioni transfrontaliere e l’aumentata libertà consentiranno all’industria del risparmio gestito di organizzarsi su base pan-europea attraverso l’implementazione di standard operativi comuni.

Oggi le modalità con le quali tali fondi sono distribuiti stanno cominciando a cambiare. I nuovi modelli distributivi mettono a disposizione degli investitori una più grande e vasta gamma di prodotti anche alla luce della Direttiva sui mercati degli strumenti finanziari.

Il Commissario ha infine ricordato che ai Fondi Pensione viene collegato un sistema di incentivi fiscali, facendo notare che molti Stati membri non permettono di beneficiare della deducibilità dei contributi versati dai lavoratori ad istituzioni stabilite al di fuori del territorio nazionale.

Fanno eccezione l'Irlanda, la Germania, il Lussemburgo, l’Olanda, l'Austria, il Portogallo e la Finlandia ai quali presto andranno ad aggiungersi anche il Belgio, la Spagna, la Francia e il Regno Unito.
Per la Danimarca ciò sarà oggetto di una prossima decisione della Corte di Giustizia europea.
L'Italia e la Svezia stanno definendo la loro situazione. Soltanto per la Grecia la situazione è poco chiara. Mentre per i dieci nuovi Stati membri la loro situazione sarà esaminata questo anno.