Panorama Assicurativo Ania

🇫🇷 Previdenza complementare

E se tra i regali di Natale ci fosse un PERP?


Le Monde
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Lo scorso 29 ottobre l’Associazione nazionale degli assicuratori francesi ha fatto il punto della situazione sull’andamento dei piani di risparmio pensionistico popolari (PERP) dall’anno di inizio della loro commercializzazione sul mercato francese (2004). Risale al 21 agosto 2003 la data di pubblicazione della legge Fillon che ha introdotto in Francia questa forma di risparmio pensionistico.

L’Associazione afferma che il periodo migliore per la loro commercializzazione è sempre stato l’autunno e, in particolare, la fine dell’anno e ciò è dovuto al fatto che tale periodo risulta essere particolarmente indicato per la sua promozione in forza degli incentivi fiscali di cui esso beneficia.
Le contribuzioni del PERP sono deducibili dal reddito netto imponibile entro certi limiti.

Tali piani risultano fondamentalmente essere dei prodotti stagionali e ciò è dimostrato anche dal fatto che sia nel 2005, così come nel 2004, la raccolta del PERP ha fatto registrare, nel mese di dicembre, più di ¼ della raccolta annuale.

Oggi, contrariamente alle prime proiezioni fatte dagli operatori (banche e assicurazioni), tale strumento di risparmio ha qualche difficoltà a decollare.

Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio dei circolo dei risparmiatori il 42% dei francesi sa di cosa si stà parlando ma solo il 13% pensa di sottoscriverlo. Se si confronta con l’assicurazione vita, che oggi pesa più di mille miliardi di euro e rappresenta per un gran numero di risparmiatori uno strumento importante di risparmio previdenziale, il PERP pesa solo per 1,5 miliardi di euro con 1,7 milioni di piani di risparmio pensionistico sottoscritti. In particolare 1,2 milioni sottoscritti tra l’aprile e il dicembre del 2004, 446 mila nel 2005 e solo 71 mila nel primo trimestre del 2006.

Oggi, quindi, rispetto alle premesse iniziali, sembra essere scemato l’interesse per tale tipologia di strumento, anche se i principali operatori sono convinti del fatto che lo sviluppo della sua raccolta sarà progressivo, connaturato al fatto che richiede un importante impegno per il risparmiatore in termini di durata.

Dall’analisi dell’Osservatorio risulta che tra gli aderenti i giovani sono quelli presenti in percentuale maggiore arrivando a circa il 50% il numero di coloro che ha meno di 40 anni contro solo il 24% che ne ha più di 50. Il 59% degli aderenti contribuisce con meno di 500 euro e solo il 9% destina al PERP 2 mila euro l’anno.

Per ulteriori informazioni segnaliamo l’articolo “Faut-il souscrire un Perp”, edito il 29 ottobre 2006 in Le Monde, http://www.lemonde.fr