Prospettive non rosee per i pensionati senza alcuna copertura sociale
Inter Press News Service
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Secondo quanto apparso lo scorso 2 maggio sulla stampa la Cina si troverà a dovere affrontare un difficile problema: come prevenire il declino della popolazione senza scatenare un’esplosione demografica.
Quando la generazione dei baby-boomers prenderà la pensione ci sarà un numero di lavoratori sempre più ridotto a poterla rimpiazzare.
Per 20 anni la politica di contenimento delle nascite ha avvantaggiato la Cina rispetto ai suoi concorrenti. Ma da qui al 2015 questo Paese svilupperà un deficit demografico pari a quello dei suoi vicini.
Il vantaggio demografico della Cina ha contribuito al 24% del suo PIL tra il 1978 e il 1998. Ma da qui al 2013, il Paese avrà un deficit di manodopera.
Già nel 2000 i sessantenni rappresentavano il 10% della popolazione cinese, tasso questo molto vicino a quello degli Stati Uniti. Da qui al 2035 si prevede che il 20% della popolazione cinese avrà superato la soglia dei 65 anni.
Queste cifre preoccupano gli esperti dato che la Cina non ha ancora raggiunto un livello di sviluppo che gli permetta di mantenere a lungo i pensionati.
Il gruppo Goldman Sachs stima che da qui al 2030 il reddito medio annuale dei cinesi avrà raggiunto 11 mila dollari a valori correnti, pari a 9 mila euro, ossia un terzo del reddito attuale dei giapponesi.
Altro aspetto importante è che parecchi cinesi non beneficiano ancora di una copertura sociale nè di una pensione. Solamente 160 milioni di cinesi che vivono nelle città, ossia il 15% della popolazione, sono coperti dalla Sicurezza sociale. I cinesi contano dunque sulle loro proprie risorse economiche per finanziare la loro pensione.
Secondo i dati della Banca Mondiale la Cina è stata campione mondiale del risparmio familiare dal 1990 al 2002.
Per ulteriori informazioni segnaliamo l’articolo “Perspectives sombres pour les retraités sans couverture sociale”, edito il 2 maggio 2006 in Inter Press News Service