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I pensionati in rivolta


Le Courrier des Balkans
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È dello scorso mese di settembre la notizia secondo cui la Lega delle Associazioni dei pensionati della Federazione della Bosnia-Erzegovina ha intrapreso un'azione volta ad ottenere il pagamento delle indennità di cui sono stati sistematicamente privati dal 1998.
La maggior parte dei pensionati oggi vive con 1,5 KM (circa 0,75 euro) al giorno.

Tutto questo ad oggi si è tradotto in una riduzione dei trattamenti pensionistici di ben 97,80 KM pari a 48,9 euro pari in termini percentuali ad una riduzione del 39% spingendo la Lega delle Associazioni dei pensionati a ricorrere ai giudici per punire i responsabili di questo saccheggio ingiustificato.

La Lega, infatti, sostiene che a seguito di una grave e persistente violazione della legge per effetto della quale le loro indennità sono state diminuite a partire dal 1998, ogni pensionato della Federazione della Bosnia-Erzegovina è stato danneggiato per un importo che supera i 6.200 KM pari a 3.100,00 euro.

Secondo quanto affermato dallo stesso presidente della Lega dell’Associazione dei pensionati, Sefkija Elezovic, nella Federazione della Bosnia-Erzegovina i pensionati sono pronti a misure molto radicali per salvaguardare la propria sopravvivenza dopo la situazione di indigenza che si è venuta a determinare.

Ad oggi, nella Federazione della Bosnia-Erzegovina ci sono 306.000 pensionati ed il loro numero aumenta ogni giorno. Ben 225.000 tra questi, ossia il 75%, riceve indennità inferiori a 250 KM (125,00 euro) al mese, ed in più risulta che il 50% di questo 75%, ossia 151.000 persone riceve indennità minime che corrispondono ad un importo di 161 KM (80,00 euro) al mese.

Quest'informazione mostra molto chiaramente che tutta la popolazione dei pensionati della
Federazione della Bosnia-Erzegovina vive al di sotto della soglia di povertà.

Altro dato allarmante riguarda la crescita del numero dei pensionati; ciò costituisce il risultato dei cambiamenti intervenuti nel quadro normativo giudicati dall’opinione pubblica non più accettabili.

Secondo Sefkija Elezovic, lo spostamento del limite d'età dai 65 ai 63 anni e la possibilità di ottenere una pensione anticipata (misure queste valide fino alla fine del 2010) aumenterebbe ogni anno il numero di pensionati di 11.000 persone e per garantire il miglioramento delle condizioni di vita a tutti i pensionati sarebbero necessari ben 37,5 milioni di KM supplementari nel bilancio federale e tutto questo risulta essere fortemente insostenibile per il bilancio dello Stato.

Per ulteriori informazioni segnaliamo l’articolo “Bosnie : la colère des retraités ” di A.Terzic, edito il 23 settembre 2005 in Le Courrier des Balkans