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🇰🇷 Previdenza

I nuovi piani pensionistici migliorano le aspettative di stabilità


Korean Herald
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Come è stato pubblicato lo scorso 28 ottobre in una testata sudcoreana tre sono le aspettative che un cittadino medio sudcoreano si attende quando andrà in pensione: praticare del golf, dedicarsi ai nipoti e disporre di un consistente assegno pensionistico di circa due milioni di won sudcoreani pari a 1.637,14 euro al mese.

In Corea del Sud si matura il diritto a pensione una volta raggiunti i 55 anni di età con almeno 10 anni di lavoro alle spalle. In più, è ivi possibile ricevere l’intero ammontare in una volta sola se l’impresa presso cui si è dipendenti sceglie una determinata tipologia di piano pensionistico.

La proposta di riforma attualmente in discussione è sicuramente di grande spessore se si pensa che la Corea del Sud dispone di una debole previdenza sociale e consentirà alle persone di mezza età e agli anziani di avere maggiore stabilità e sicurezza.

La riforma prenderà avvio a dicembre e si applicherà a tutte le aziende con cinque o più dipendenti e prevede che, sulla base di una scelta attuata dai lavoratori, i datori di lavoro possano scegliere tra due differenti tipologie di piani ovvero quelli a prestazione definita e quelli a contribuzione definita.

Per i piani a prestazione definita, i datori di lavoro devono determinare l’ammontare della prestazione e mettere da parte fino a due terzi dell'importo dovuto che verrà investito ogni anno presso un’istituzione finanziaria che potrà variare.

I datori di lavoro che scelgono lo schema a contributi definiti dovranno investire annualmente almeno un dodicesimo dei salari dei propri dipendenti e in questo caso la prestazione erogata dal fondo dipenderà dall’investimento realizzato.

Malgrado gli alti rischi insiti in una tipologia di schema a contributi definiti si è comunque visto come i lavoratori lo preferiscono, incentivati dai più alti ritorni potenziali. Per i lavoratori è poi possibile richiedere anticipi anche prima della scadenza.

Il sistema pensionistico sudcoreano ha in questi anni accordato una pensione calcolata fondamentalmente tenendo conto dei livelli retributivi di ciascun lavoratore ed una delle gravi accuse ad esso mosse è stata quella di non avere garantito una stabilità di reddito ai pensionati.

Come rilevato da alcuni esperti, il nuovo progetto di riforma nasce anch’esso già con alcuni problemi e, fra tutti, il più importante appare quello di non avere pensato ad un Organismo di vigilanza sui piani pensionistici.

Inoltre emerge come la Corea del Sud non sia ancora completamente preparata ad affidarsi ad un sistema di fondi pensione e ciò è tanto più vero se si considera l’atteggiamento negativo delle imprese, riluttanti a finanziare i piani pensionistici ritenuti molto costosi.

Dal canto suo il governo della Corea del Sud è invece intenzionato a portare in porto una riforma di questo tipo che a detta dei suoi sostenitori rinvigorirà l’economia del Paese, dando nuova linfa al settore finanziario.

Si pensa che questo mercato possa raggiungere in termini di raccolta nel corso dei prossimi cinque anni ben 40 mila miliardi di won sudcoreani pari a 33 miliardi di euro.

Per ulteriori informazioni segnaliamo l’articolo “Korea: new retirement pension plans improve stability expectations ” di Ji-hyun Kim, edito il 28 ottobre 2005 in Korean Herald