Panorama Assicurativo Ania

🇪🇺 Credito al consumo

LE DETERMINANTI DEI PRESTITI ALLE FAMIGLIE IN UNO STUDIO DELLA BCE


Banca Centrale Europea
www.ecb.europa.eu



L’indebitamento delle famiglie europee è cresciuto significativamente dal 1980 ad oggi. Uno studio della Banca Centrale Europea individua i fattori che sono alla base di tale crescita.

Lo studio della Banca Centrale Europea, pubblicato nel bollettino dello scorso mese di ottobre, analizza l’andamento dei prestiti alle famiglie nell’area dell’euro nel periodo 1980-2007 e cerca di individuarne le principali determinanti.

L’analisi suddivide i prestiti alle famiglie, secondo la loro finalità, in: mutui per l’acquisto di abitazioni, credito al consumo e altre tipologie di prestiti.

Un primo aspetto posto in evidenza dagli autori è il mutamento del peso delle varie forme di cui si compone l’aggregato “prestiti alle famiglie”. All’inizio degli anni ‘80, infatti, le forme di credito al consumo e le altre tipologie di prestiti rappresentavano oltre il 50% del totale. Nel 2007, invece, i mutui immobiliari rappresentavano il 71% del totale, mentre credito al consumo e altri prestiti sono scesi sotto il 30%.

Un secondo aspetto rilevante è il fatto che la dinamica dei prestiti alle famiglie è stata più vigorosa della crescita del reddito disponibile. Si è passati, infatti, da un rapporto tra prestiti e reddito pari a circa il 35% nel 1980 ad un valore dell’85% nel 2007.

Quanto ai fattori che hanno inciso sull’evoluzione del fenomeno, nella prima metà del periodo di osservazione (ossia dal 1980 al 1993) i prestiti delle famiglie hanno seguito relativamente da vicino l’evoluzione dell’attività economica generale, rappresentata dal PIL nominale e dal reddito disponibile.

Nella seconda metà del periodo, invece, l’importanza di questi fattori è diminuita e la determinante principale della crescita dei prestiti è risultata essere l’aumento della ricchezza delle famiglie.

Una maggiore ricchezza (specie se di natura immobiliare) può accrescere la capacità delle famiglie di assumere prestiti e la propensione dei prestatori a fornire finanziamenti; una maggiore ricchezza, inoltre, può corrispondere a un accresciuto fabbisogno finanziario se, ad esempio, riflette un incremento nei prezzi delle abitazioni e, quindi, l’esigenza di raccogliere maggiori capitali per acquisire lo stesso ammontare di attività.

L’effetto “ricchezza” sui prestiti complessivi concessi alle famiglie è stato forte soprattutto a partire dal 1996.

Vi sono poi altri fattori, di natura non macroeconomica, che spiegano l’aumento dell’indebitamento delle famiglie europee: tra questi, il processo di innovazione finanziaria, le modifiche al quadro regolamentare dei mutui ipotecari, il passaggio ad un assetto di politica monetaria credibile e con inflazione contenuta nell’area dell’euro.