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🇪🇺 Criminalità

LA CRIMINALITÀ IN EUROPA

Gallup Europe e altri


Alcune sorprese e molte conferme da un’indagine cofinanziata dall’Unione europea

Questo studio, pubblicato nel corso del mese di febbraio, è stato condotto allo scopo di stimare il peso effettivo della criminalità in 18 paesi dell’Unione europea. Esso è frutto di una collaborazione fra più istituti europei coordinati da Gallup Europe. Il progetto è stato cofinanziato dall’Unione europea.

Lo studio si pone su una linea di continuità con la serie delle “International Crime Victimisation Surveys”, che da anni vengono condotte allo scopo di raccogliere dati comparabili sui fenomeni criminosi effettivamente verificatisi in numerosi paesi del mondo. Questi tipi di indagine si basano non sulle statistiche giudiziarie che riportano i crimini denunciati, ma su quanto dichiarato dalle vittime dei reati nel corso di interviste appositamente condotte.

I dati – riferiti al 2004 e alla prima parte del 2005 - dimostrano che l’esposizione a crimini quali furti, furti con scasso, rapine e aggressioni a scopo di rapina è decisamente diminuita nel corso dell’ultimo decennio in tutti i paesi considerati tranne che in Belgio ed in Irlanda.

La frequenza dei crimini è risultata più alta in Irlanda, Regno Unito, Estonia, Olanda e Danimarca, mentre presenta i tassi più bassi in Spagna, Ungheria, Portogallo e Finlandia.

Il tasso di vittimizzazione, ossia l’esposizione al rischio di subire un crimine, tende ad essere positivamente correlato con fattori sociali quali il tasso di urbanizzazione, l’incidenza della popolazione giovane sul totale e il consumo di alcol.

Il rischio di essere vittima di aggressioni a scopo di rapina è più elevato nei paesi nordici, dove però è più bassa l’incidenza dei reati di corruzione. I paesi mediterranei presentano invece i tassi più bassi per i crimini legati a moventi razziali.

Il rischio di subire il furto dell’auto risulta maggiore nei Paesi in cui più elevata è la diffusione di autoveicoli. Questa evidenza, che corrisponde alle aspettative, è contraddetta solo dai dati di Estonia e Polonia, paesi che presentano gravi problemi di furti d’auto in presenza di un parco circolante comparativamente minore.
In generale, questo tipo di crimine ha avuto un forte rallentamento a partire dal 1993, essenzialmente per il progressivo diffondersi di strumentazioni antifurto.

Il furto di oggetti lasciati in auto ha punte nelle Isole Britanniche, Estonia e Portogallo e livelli minimi nei paesi di cultura tedesca e in Grecia. Il fenomeno presenta una flessione generalizzata dovuta anche a efficaci politiche sociali di lotta alla tossicodipendenza, movente ricorrente per questo genere di crimine.

Il furto di motoveicoli ha picchi nei paesi mediterranei (fra cui l’Italia), dove tali mezzi di locomozione sono più diffusi, e presenta un’evidente crescita nel Regno Unito.

Il furto in appartamento ed il furto con destrezza presentano punte nelle Isole Britanniche e valori minimi in quelli mediterranei (con l’eccezione dell’Italia) ed in quelli scandinavi.

Le rapine presentano un trend del tasso di vittimizzazione molto differenziato: in netta riduzione in molti paesi e tendente alla crescita in altri.

La situazione dell’Italia è multiforme: emerge una generalizzata tendenza alla riduzione della criminalità a partire dal 1992; l’incidenza delle varie tipologie di crimine è inferiore alla media con l’eccezione dei furti in appartamento; forse proprio per questo risulta il paese con il maggior numero di impianti anti-intrusione.

Lo studio include anche un’analisi del grado di efficienza del sistema di polizia e giudiziario percepito dai cittadini.