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🇪🇺 Previdenza

LA SPESA PENSIONISTICA IN EUROPA

A.Kubitza


Eurostat
http://www.europa.eu.int/comm/eurostat



L’Ufficio Statistico della Comunità Europea ha pubblicato, in un suo ultimo bollettino, i dati sulla spesa pensionistica in Europa nel 2001.

Secondo l’Eurostat, la spesa pensionistica nell’Europa dei 15 è stata pari al 12,5% del P.I.L. nel 2001. Tuttavia il peso percentuale della spesa nel 2001 è aumentato se confrontato con quello registrato nel 1993 per l'Austria, la Danimarca, la Germania, la Grecia, ed il Portogallo.

La percentuale più elevata si è registrata in Italia (14,7% del P.I.L.) e quella più bassa in Irlanda (3,7% del P.I.L.). Le pensioni nel 2001 ammontavano al 47,5% di tutte le prestazioni sociali nell’UE-15.
La spesa per pensioni in Italia ha rappresentato il 59,8% delle prestazioni sociali. Le pensioni di vecchiaia hanno aumentato la loro parte già predominante all'interno delle pensioni totali ed hanno rappresentato il 76,2% di tutte le pensioni nell’UE-15.

Contemporaneamente il peso delle altre categorie di pensione (inabilità, superstiti e pensioni da pensionamento anticipato) è diminuito. I dati sul numero di beneficiari di pensione per gli anni 2000 e 2001 non sono ancora disponibili per tutti gli Stati membri.

Scendendo nel dettaglio, in Italia, come detto, la spesa pensionistica ammontava al 14,7% del P.I.L., la percentuale più alta in Europa, seguita dall'Austria, dalla Grecia, dalla Francia e dalla Germania (figura 1). Per contro, l'Irlanda ha raggiunto soltanto il 3,7% del P.I.L.. In Islanda, in Norvegia ed in Slovacchia, la percentuale della spesa pensionistica in percentuale del P.I.L. è stata bassa (meno dell’8%).

Se si compara la spesa sociale totale al P.I.L., i rapporti percentuali in Europa sono più alti in Svezia (31,3%), in Francia, in Germania ed in Danimarca, mentre in Irlanda si è registrata la percentuale più bassa pari al 14,6%.

Fra il 1993 e il 2001, la spesa pensionistica nell’UE-15 è diminuita di 0,4 punti percentuali passando dal 12,9% al 12.5%. Questa riduzione si è avuta in particolar modo in Olanda, Lussemburgo e Finlandia (oltre 2 punti). Per contro, un aumento della spesa pensionistica in rapporto al P.I.L. si è avuto in Svizzera (+2,3 punti), in Grecia (+2,0 punti) e nel Portogallo (+1,8 punti).

Benché il livello della spesa pensionistica come percentuale del P.I.L. differisca da paese a paese, la sua evoluzione è in parte sempre determinata dallo sviluppo economico; questo legame risulta dalla rivalutazione regolare della pensione. Esso è altresì influenzato anche dalla struttura della popolazione e dall’impatto delle riforme dei sistemi pensionistici.

In Paesi quali il Portogallo, Grecia ed Islanda il rapporto spesa pensionistica/ P.I.L. è aumentato significativamente, a causa dell’invecchiamento della popolazione che è stato il più rapido in Europa fra il 1993 e il 2001, con il risultato di fare accrescere il numero dei beneficiari di pensione.

I Paesi che hanno registrato una riduzione significativa nel rapporto spesa pensionistica/P.I.L. ed hanno beneficiato di una crescita economica sono stati la Finlandia, l'Irlanda, il Lussemburgo, la Norvegia e l’Olanda.


Dai dati diffusi dall’istituto statistico europeo emerge come la spesa pensionistica sia la principale voce di spesa nell’ambito delle spese di protezione sociale in tutti i paesi. Dopo l'Italia, i paesi in cui si registra un’alta percentuale (intorno al 51%), del rapporto spesa pensionistica sul totale della spesa per protezione sociale sono l'Austria, Malta e il Portogallo.
I valori più bassi sono stati osservati in Danimarca, Irlanda, Islanda, Norvegia, ed in Svezia.

Anche se la percentuale della spesa pensionistica in rapporto a quella per le prestazioni sociali è più alta in Italia pari a quasi il 60%, questo rapporto è diminuito nel Paese tra il 1997 ed il 1999. La media UE è del 47,5% e risulta in diminuzione se si confronta il dato tra il 1997 ed il 1999, anche se nel 1993 lo stesso si attestava al 46,9%.

La Danimarca e la Spagna, invece, hanno visto uno sviluppo significativo di questo rapporto durante i periodi 1993 - 2001, mentre la riduzione più alta si è osservata in Grecia, Irlanda ed in Lussemburgo.

Passando dal dato globale sulla spesa pensionistica al dato disaggregato, esaminando, quindi, le sue principali categorie è possibile riscontrare come nel 2001 la spesa per le pensioni di vecchiaia è stata la principale voce di spesa pensionistica in ogni paese. Ciò è particolarmente vero in Francia, in Germania ed in Gran Bretagna, in cui circa l’80% della spesa per pensioni apparteneva a questa categoria (in Slovacchia raggiungeva l’87,1%). Dall’altro lato in Irlanda si è registrato il valore più basso pari al 45,4%.

A seguire le pensioni ai superstiti che sono state le più alte in Austria, Belgio, Irlanda, e Malta pari a circa il 20%. La Danimarca, dall’altro lato, non eroga tale tipologia di prestazione. In media, le pensioni ai superstiti hanno rappresentato il 9,4% nell’UE-15.

Le pensioni di invalidità hanno rappresentato il 9,6% delle pensioni totali nel UE-15 nel 2001. Esse sono state molto alte in Finlandia, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo ed in Svezia pari a circa il 20% del totale.
Al contrario, la Francia, la Grecia, e l'Italia spendono meno del 7% per tale tipologia di prestazione. Ciò è spiegato dal fatto che esistono differenti regolamentazioni che disciplinano in ciascun Paese i benefici collegati all'invalidità.

Per quanto infine riguarda le pensioni anticipate sono presenti differenze considerevoli fra gli Stati membri. In media nell’UE-15 tale aliquota si attesta intorno al 4,8% nel 2001. In alcuni Paesi quali la Danimarca, la Grecia e la Slovenia si spende più del 20% del totale per il pensionamento anticipato. La Gran Bretagna e alcuni Paesi fuori dall’UE-15, quali l'Islanda e la Svizzera non erogano tali prestazioni.

Dall’esame del peso percentuale delle quattro tipologie di prestazioni pensionistiche sopra esaminate emerge che le pensioni di vecchiaia sono aumentate nell’UE-15 fra il 1993 ed il 2001 rispetto alle altre categorie di pensioni.
In rapporto alla spesa totale per pensioni, che ha registrato una crescita in termini nominali del 4,6% per anno, le pensioni di vecchiaia sono aumentate del 5,0% l’anno.

Le altre categorie di pensione hanno avuto uno sviluppo annuale in termini nominali più contenuto (3,7% per le pensioni anticipate, 3,5% per le pensioni ai superstiti e 2,5% per le pensioni di invalidità).

L’evoluzione differenziata delle diverse componenti delle pensioni si è tradotta in un aumento di 2,8 punti del peso delle pensioni di vecchiaia che sono passate dal 73,4% del 1993 al 76,2% del 2001.
Nell’UE-15 le pensioni di vecchiaia hanno visto aumentare la loro importanza se confrontata alle altre categorie di pensione. Tranne l'Austria e l'Irlanda il più alto aumento delle pensioni di vecchiaia fra il 1993 e il 2001 si è registrato in Finlandia, Olanda e Portogallo. In questi Stati i tassi di crescita delle pensioni di vecchiaia sono stati significativamente superiori al tasso di crescita totale delle pensioni.
Parallelamente le altre tre categorie di pensioni hanno visto ridurre il loro peso percentuale: dell’1,7 punti le pensioni di invalidità, dello 0,8 punti le pensioni ai superstiti e dello 0,4 punti le pensioni anticipate.

L'importanza delle pensioni ai superstiti è diminuita in quasi tutti gli Stati dell’UE-15, particolarmente in Austria, nel Belgio ed in Spagna, con le uniche eccezioni che sono rappresentate dalla Gran Bretagna, la Grecia e l’Olanda.

Le pensioni di invalidità sono diminuite in tutti gli Stati dell’UE-15 fra il 1993 ed il 2001 ad eccezione dell'Irlanda. Una significativa diminuzione delle pensioni di invalidità è stata registrata in Gran Bretagna, Olanda e Portogallo. L'Austria (in termini nominali), il Belgio e l’Olanda (in termini reali) hanno persino registrato una caduta di tale spesa. In Olanda le condizioni per avere diritto a tale tipologia di prestazione sono divenute più rigorose dalla metà degli anni novanta.

Fra il 1993 ed il 2001, l’Austria e l’Irlanda hanno visto significativamente aumentare il peso delle pensioni anticipate. Tale aumento è dovuto al fatto che, fino al 1997, gli schemi di pensionamento anticipato erano lo strumento privilegiato da certi Paesi per risolvere i problemi di disoccupazione di lunga durata.

Per quanto invece riguarda i dati sui beneficiari delle prestazioni pensionistiche una prima raccolta è stata effettuata solo di recente sulla base di alcune regole comuni volte ad evitare il doppio conteggio. I dati sono stati raccolti per gli anni 2000-2001, ripartendoli per categoria di pensione e secondo il sesso del beneficiario.

L’ufficio statistico ha sottolineato come la mancanza di serie cronologiche determina l’impossibilità di effettuare analisi pertinenti sull’evoluzione del numero dei beneficiari delle pensioni.
I dati della popolazione sono un buon punto di partenza per analizzare i dati sui beneficiari. Le differenze si manifestano nelle piramidi delle età, nelle differenti leggi nazionali che conducono a delle differenze significative nel numero di beneficiari di pensioni negli Stati membri.

Il numero di pensionati totali è difficile da analizzare poiché questo valore è influenzato da molti fattori non soltanto dalla struttura per età della popolazione. Il numero più alto di pensionati si è registrato in Italia (185 pensionati per 1000 abitanti). Il dato relativamente alto che si registra in Lussemburgo è spiegabile dalla enorme quantità di pensioni pagate alle persone che vivono fuori del paese (ex lavoratori transfrontalieri).

Esiste come regola generale una correlazione tra il numero dei pensionati che ha raggiunto l'età pensionabile e quella parte della popolazione con 65 anni e più, ma si rilevano delle eccezioni: il Belgio, la Grecia, e la Norvegia. La Grecia ha il rapporto più basso di pensionati se confrontato alla popolazione totale: questo è un caso speciale, perché una parte significativa della popolazione riceve le pensioni dall'esterno del paese e non dal sistema pensionistico greco. Per il Belgio e la Norvegia il numero di pensionati sopra l'età pensionabile è sottovalutato, perché nel Belgio i congiunti superstiti sopra i 65 anni sono registrati nella categoria delle pensioni ai superstiti ed in Norvegia la categoria delle "pensioni di invalidità" include coloro che hanno raggiunto l’età pensionabile.