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“LA CRISI FINANZIARIA DEL 2015”. REPORT OLIVER WYMAN AL WORLD ECONOMIC FORUM
The Financial Crisis of 2015, An Avoidable History
State Of The Financial Services Industry | 2011
Oliver Wyman
http://www.oliverwyman.com/
In occasione del World Economic Forum tenutosi a Davos nel gennaio scorso, Oliver Wyman ha pubblicato un report dal suggestivo titolo “The Financial Crisis of 2015, An Avoidable History”.
Il documento sottolinea che – nonostante le riforme introdotte di recente – l’economia globale e il sistema finanziario restano fragili; nei prossimi cinque anni, il prospettarsi di una nuova crisi finanziaria è tutt’altro che irrealistico.
L’analisi condotta nello studio si configura come una sorta di “stress test” per l’attuale sistema finanziario. In particolare, si rappresenta il possibile scenario di una crisi finanziaria che culmina nel 2015.
Lo scenario è descritto attraverso una catena di eventi. Una regolamentazione eccessivamente stringente del settore bancario potrebbe comportare – come effetto collaterale – lo sviluppo di un “settore bancario ombra” (shadow banking); la grande massa di liquidità, introdotta a seguito di politiche monetarie espansive in Occidente, minaccerebbe sia il settore bancario dei paesi industrializzati sia le economie emergenti, dal momento che crescerebbe enormemente il rischio di bolle speculative, in particolare per le “commodities”; infine, lo scoppio di tali bolle trascinerebbe la latente crisi del debito sovrano, colpendo in particolar modo le economie occidentali.
Supportando le proprie argomentazioni con dati e considerazioni di tipo quantitativo, gli autori raccomandano ai policy makers e all’industria finanziaria di valutare con attenzione tale scenario e di trovare le risposte adeguate per minimizzare l’impatto delle crisi future.
Le raccomandazioni rivolte alle istituzioni finanziarie includono:
- assicurarsi che la “business strategy” sia basata sulle reali capacità di gestione del rischio;
- porre maggiore attenzione nell’elaborare scenari complessi;
- diversificare le fonti di reddito, superando i modelli di “credit and equity risk”.
Le raccomandazioni per i regulators comprendono:
- evitare che il rischio venga trasferito attraverso l’espansione dello “shadow banking”;
- trovare gli strumenti per incentivare banche e istituzioni finanziarie a prepararsi a scenari avversi;
- potenziare l’analisi dei possibili scenari, facendo particolare attenzione alla propensione al rischio delle imprese;
- vigilare molto rigorosamente sulle aree dove si ottengono super-profitti;
- eliminare tutte le distorsioni nei mercati finanziari che producono una errata valutazione del rischio (“risk mispricing”).