Focus
I PAESI PIU' RISCHIOSI
Jardine Lloyd Thompson
Iraq, India e Russia sono i paesi che si sono rivelati più rischiosi per fare affari nel 2005 per gli investitori americani.
Questo è il responso di un’analisi condotta dal broker Jardine Lloyd Thmpson incrociando numerosi fattori di carattere economico e politico con la serie storica dei fatti di terrorismo di ciascun paese.
Sorprendente è il piazzamento dell’India, paese collettore di ingenti investimenti stranieri e meno noto di altri alle cronache per eventi terroristici, che invece fa registrare un’elevata rischiosità anche prescindendo del frequenti casi di violenza registrati nel Kashmir, regione da tempo contesa con il Pakistan.
Di rilievo sono anche le posizioni occupate da altri importanti mete dei capitali stranieri in generale e americani in particolare. Indonesia (8°), Filippine (9°) e Turchia (10°) sono ritenute più rischiose del martoriato Afghanistan (12°).
Gli Stati Uniti occupano invece il 41° posto.
Dal punto di vista dello sviluppo del mercato delle coperture corporate contro il rischio terrorismo, l’indagine evidenzia che a fronte del raddoppio della domanda, l’offerta soffre ancora di tre limiti:
- carenza di coperture soprattutto verso i paesi più rischiosi
- carenza di coperture per l’interruzione di attività legata ad eventi terroristici
- presenza di importanti eccezioni che limitano il campo di erogazione delle prestazioni.
Lo studio rileva che questi limiti possono provocare gravissime conseguenze in termini di ridotto ricorso agli strumenti assicurativi. Infatti, nonostante la probabilità di attentato all’estero sia 10 volte superiore a quella di attacco in territorio americano, solo il 10% delle imprese statunitensi che operano all’estero ha sottoscritto una copertura. E questo, sebbene il Tria (Terrorism Risk Insurance Act) non copra gli attentati all’estero.
Ne consegue che in caso di attentato possano generarsi gravi perdite non assicurate per gli investitori americani. Lo studio stima fino a 50 milioni di dollari (41,5 milioni di euro)in caso di attacco su suolo americano e fino a 80 milioni (circa 67 milioni di euro) per attacco all’estero.