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LA PREVIDENZA INTEGRATIVA IN GERMANIA: IL BILANCIO DI 15 ANNI DI “RIESTER-RENTE”
“15 Jahre Riester – Eine Bilanz” Max Planck Institute for Social Law and Social Policy Discussion Paper No. 06-2016
Axel H. BÖRSCH-SUPAN, Tabea BUCHER-KOENEN, Nicolas GOLL and Christina MAIER
A 15 anni dall’introduzione, in Germania, dei piani di previdenza integrativa denominati “Riester-Rente”(1), gli Autori del paper intendono tracciare un bilancio dei vantaggi e delle criticità legate a tali strumenti (molto diffusi nel Paese) e valutare eventuali, ulteriori opportunità d’azione.
Nel paper viene indicato che sono disponibili sul mercato più di 5.000 diversi prodotti “Riester” e che - nel solo 2016 - sono stati sottoscritti 16,5 milioni di contratti, molto diffusi soprattutto tra le famiglie con prole (la percentuale supera il 70%) e tra i soggetti a basso reddito.
La diffusione della “Riester-Rente” è notevole anche tra i giovani (è al 44% nella fascia d’età dei 18-34enni) e tra gli adulti in età lavorativa (al 50% tra i 35-54enni), mentre il dato tende ad abbassarsi (28%) per chi si avvicina alla soglia del pensionamento (età compresa tra i 55 e i 65 anni).
Nonostante i risultati incoraggianti, gli Autori evidenziano come le potenzialità di diffusione dei piani “Riester” non si siano sviluppate appieno. Ad esempio, fra i “punti critici” segnalano i costi elevati, l'uso di specifiche tavole di mortalità (giustificate dall’elevata aspettativa di vita dei sottoscrittori, ma potenziale causa di selezione avversa) e una ancora ridotta trasparenza.
A quest’ultimo proposito indicano, in particolare, che possono coesistere sia offerte vantaggiose sia offerte molto più onerose, pur a fronte di un identico design di prodotto: nel confronto realizzato su un campione costituito da 36 prodotti “Riester”, effettivamente, il più favorevole presentava un cost ratio del 2,5% contro il 20% per il più oneroso.
Gli Autori concludono, pertanto, che l’introduzione della “Riester-Rente” nel mercato tedesco non possa certo essere considerata un fallimento ma neanche una sorta di “successo universale”. Risultati migliori potrebbero essere raggiunti, in futuro, grazie a una maggiore informazione e all'introduzione di prodotti standardizzati.
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(1) Si tratta di piani pensionistici privati, ma incentivati tramite particolari benefici fiscali.